1500 km, 24 anni, zero esperienza: Francesca Sabatini da Bordeaux a Roma
Scopri l'incredibile storia di Francesca, la giovane geografa che ha sfidato sé stessa, la pioggia e la solitudine in un viaggio epico attraverso la Francia e l'Italia in sella alla sua prima bicicletta.

24/01/2024

Scopri l’incredibile storia di Francesca, la giovane geografa che ha sfidato sé stessa, la pioggia e la solitudine in un viaggio epico attraverso la Francia e l’Italia in sella alla sua prima bicicletta.

Non sa andare in bici: non ha mai imparato e non imparerà sino ai 24 anni.

Non so andare in bici nella città delle biciclette!

Bordeaux, la città delle biciclette, dove ogni angolo ha una pista ciclabile e ogni amico che aveva la sua due ruote fidata. Ma Francesca? Beh, Francesca Sabatini si sentiva un po’ come un pesce fuori d’acqua, circondata da amici che sfrecciavano in bicicletta mentre lei prendeva tranquillamente i mezzi pubblici.
Gli amici organizzavano raduni in bicicletta, si spostavano velocemente per la città e condividevano storie di avventure su due ruote. Francesca, nel frattempo, faceva affidamento sugli autobus e sulle metropolitane per muoversi, sentendosi un po’ come una “non-ciclista” in un mondo di appassionati di biciclette.

 

La svolta!

La svolta avvenne un giorno, quando incontrò Chris e Rob, del bike cafè Musette,lei raccontò loro che non aveva mai imparato ad andare in bici, a sentire quelle parole, rimasero stupiti e si offrirono di insegnarono una sorta di “corso acceleratoper imparare ad andare in bici. Con pazienza e risate, le mostrarono i trucchi del mestiere, la rassicurarono sul fatto che cadere faceva parte del processo di apprendimento, e le fecero scoprire il piacere di muoversi con il vento tra i capelli.

Quando finalmente riuscì a mantenere l’equilibrio senza inciampare, aveva appena smesso di nevicare o ogni pozzanghera, Francesca si sentì come se avesse aperto una nuova porta verso la libertà. Da quel momento e non c’era più spazio per i timori o le incertezze.

Le prime pedalate!

 

Era il lontano 2018 quando Francesca decise di intraprendere l’avventura più incredibile della sua vita senza alcuna esperienza e dopo aver imparo solo da poche settimane. A quei tempi, aveva appreso da pochissimo tempo ad andare in bicicletta, ma la sua voglia di sfidare sé stessa era più grande di qualsiasi ostacolo. Fu così che i suoi amici, le fornirono la chiave per realizzare il suo sogno.

Lei, con il suo entusiasmo e contagioso, passava ore a imparare a pedalare con l’aiuto di Chris e Rob, del bike cafè Musette. Gli amici la supportavano, la incoraggiavano e occasionalmente facevano cadere una risata quando le cose non andavano proprio come previsto. Non passò molto tempo prima che Francesca diventasse abbastanza abile da affrontare la strada.

La Bicicletta

La bicicletta che le fu fornita era un capolavoro ricondizionato nella ciclofficina una Mercier Trekker Rider usata gialla con cambio a undici marce e tre rapporti, un mix di pezzi vintage e moderni che si adattava perfettamente al suo stile di guida.
La bici era ormai una nuova conoscenza, come se avesse già assaporato l’avventura prima ancora di iniziare.

Si Parte!

Il giorno della partenza, il 3 giugno 2018, fu emozionante e pieno di abbracci calorosi da tutti gli amici francesi. Con la bicicletta caricata con le borse per cibo, la tenda, il sacco a pelo, i vestiti, il necessario per le emergenze, per ricaricare il cellulare ma sopratturo con il cuore palpitante di emozione, Francesca si allontanò dal bike cafè, salutando gli amici che l’avevano resa possibile.

Scelse una traccia per lo più pianeggiante, senza molta difficoltà tecnica, ha pedalato nella primi km accompagnata da Chris, dimenticandosi spesso di fare foto lungo il traggito completamente assorbita dal viaggio e da tutto ciò che la circondava. Non era facile, tenere la bici con tutto il peso sopra.

Le campagne Francesi.

Attraversò, senza alcuna esperienza, la campagna francese caldissima con grinta e caparbietà, il vento tra i capelli, attraversò borghi pittoreschi. I ricordi di quei giorni erano ora impressi nella sua mente come pagine di un libro di avventure, scritte con il sudore delle salite e la gioia delle discese. La pioggia, quella compagna  di viaggio costante spesso imprevista che può trasformare un tranquillo viaggio in bicicletta in un’avventura bagnata e ricca di avventure.

 

 

Pioggia, ripari e imprevisti.

E Francesca, durante il suo epico viaggio da Bordeaux a Roma, ha affrontato più di qualche acquazzone. Era una di quelle giornate in cui il cielo sembrava aver deciso di regalare un’enorme doccia a tutti, e Francesca si trovava in mezzo a campi aperti, lontano da ripari o alberi. Le prime gocce cadute dal cielo furono un invito a sfidare le nuvole grigie e a continuare la pedalata.
Nonostante il freddo e la scomodità, Francesca decise di affrontare la pioggia con un sorriso. C’era qualcosa di liberatorio nell’abbracciare la tempesta, nel sentire la pioggia che batteva sul viso mentre continuava a pedalare con determinazione. I passanti la guardavano con stupore e ammirazione, forse chiedendosi cosa l’avesse spinta a continuare nonostante il diluvio.

 

Le pause diventarono momenti di rifugio sotto tettoie improvvisate o alberi frondosi lungo la strada. Ma, senza dar troppo peso al tempo atmosferico, Francesca continuò a pedalare, incontrando la pioggia con pazienza e un filo di ossessione.

Quando finalmente il sole fece capolino tra le nuvole e i raggi caldi asciugarono le strade, Francesca poté guardare indietro con orgoglio. Aveva affrontato la pioggia, continuando a ogni costo la sua avventura in bicicletta da Bordeaux a Roma.

 

 

L’ospitalità

 

Durante il suo viaggio in bicicleta da Bordeaux a Roma, Francesca ha sperimentato una varietà di soluzioni per il pernottamento, abbracciando l’ospitalità calorosa della community di warmshowers e sperimentando il comfort offerto dai campeggi a pagamento.
Nei piccoli villaggi e nelle città attraversate, Francesca si avvicinava ai membri della comunità di warmshowers, una rete di ciclisti che offrono ospitalità gratuita ai viaggiatori in bicicletta. Questa comunità diventò per lei un punto di riferimento, offrendole non solo un posto per riposare, ma anche l’opportunità di condividere storie, esperienze e la passione comune per il cicloturismo. Ogni casa che apriva le porte a Francesca diventava un frammento di calore umano in mezzo alla strada.
Tuttavia, c’erano anche le notti in cui Francesca optava per una soluzione più convenzionale, prenotando uno spazio in un campeggio a pagamento. Queste soste le fornivano una doccia calda, un letto confortevole e una pausa dallo stile di vita più rustico che caratterizzava il pernottamento con warmshowers.

Il traffico

Francesca, continuando a pedalare attraverso le strade che la portavano verso  Roma, talvolta si trovava ad affrontare tratti particolarmente trafficati. In quei momenti, quando il rumore dei motori diventava assordante e la folla di veicoli sembrava isolare il suo piccolo universo su due ruote, cercava conforto nel caos.
Le strade trafficate diventavano il suo compagno di viaggio, un costante brusio di attività che contrastava con la solitudine che poteva insinuarsi nelle strade meno frequentate.

Sentiva il battito della vita, le conversazioni delle persone nelle macchine accanto a lei, e persino il clacson occasionale che diventava parte integrante della sua colonna sonora ciclistica.

In quei momenti, Francesca l’ha attraversata con tensione e, a volte, angoscia. Le strade trafficate, pur rappresentando una sfida logistica, le offrivano una scelta in mancanza di ciclabili sembravano più comode e sicure delle strade secondarie di campagna: nutriva la paura di allontanarsi troppo dai centri abitati. Ho odiato il traffico e il caos che le macchine quando le passavano accanto. 

 

L’arrivo a Roma!

Il tragitto per Roma lungo la alcune parti della Via Francigena, nelle campagne toscane, mia madre continuava a mandare messaggi degli orari dei treni, ma volevo terminare il mio primo viaggio in bicicletta.

Erano passati solamente poco più di 15 giorni, 1500 km vissuti in viaggio in solitaria in bicicletta. Era il 19 giugno: era arrivata in Italia in poco più di due settimane!

Ora voglio raccontare la mia storia!

E oggi, cinque anni dopo quella straordinaria impresa, Francesca guarda indietro con un sorriso e con la voglia di raccontare la sua storia. La bicicletta è diventata non solo parte di un viaggio epico, ma di una storia di amicizia, passione e coraggio che continuerà a pedalare nei ricordi di Francesca per sempre.

 

Chi è Francesca Sabatini

Francesca Sabatini è geografa. Fa ricerca su aree interne, turismo e metodi itineranti. Ha scritto articoli per riviste scientifiche e culturali. Fa parte del collettivo di ricerca indipendente Emidio di Treviri.
Collaboro con Lucy sulla cultura dove ho raccontato il mio viaggio.

 

 

 

Il traffico

 

Francesca, continuando a pedalare attraverso le strade che la portavano verso  Roma, talvolta si trovava ad affrontare tratti particolarmente trafficati. In quei momenti, quando il rumore dei motori diventava assordante e la folla di veicoli sembrava isolare il suo piccolo universo su due ruote, cercava conforto nel caos.
Le strade trafficate diventavano il suo compagno di viaggio, un costante brusio di attività che contrastava con la solitudine che poteva insinuarsi nelle strade meno frequentate.

Sentiva il battito della vita, le conversazioni delle persone nelle macchine accanto a lei, e persino il clacson occasionale che diventava parte integrante della sua colonna sonora ciclistica.

In quei momenti, Francesca l’ha attraversata con tensione e, a volte, angoscia. Le strade trafficate, pur rappresentando una sfida logistica, le offrivano una scelta in mancanza di ciclabili sembravano più comode e sicure delle strade secondarie di campagna: nutriva la paura di allontanarsi troppo dai centri abitati. Ho odiato il traffico e il caos che le macchine quando le passavano accanto. 

 

L’arrivo a Roma!

Il tragitto per Roma lungo la alcune parti della Via Francigena, nelle campagne toscane, mia madre continuava a mandare messaggi degli orari dei treni, ma volevo terminare il mio primo viaggio in bicicletta.

Erano passati solamente poco più di 15 giorni, 1500 km vissuti in viaggio in solitaria in bicicletta. Era il 19 giugno: era arrivata in Italia in poco più di due settimane!

Ora voglio raccontare la mia storia!

E oggi, cinque anni dopo quella straordinaria impresa, Francesca guarda indietro con un sorriso e con la voglia di raccontare la sua storia. La bicicletta è diventata non solo parte di un viaggio epico, ma di una storia di amicizia, passione e coraggio che continuerà a pedalare nei ricordi di Francesca per sempre.

 

Chi è Francesca Sabatini

Francesca Sabatini è geografa. Fa ricerca su aree interne, turismo e metodi itineranti. Ha scritto articoli per riviste scientifiche e culturali. Fa parte del collettivo di ricerca indipendente Emidio di Treviri.
Collaboro con Lucy sulla cultura dove ho raccontato il mio viaggio.

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